Novamont, Partner di Terra Next collabora a progetti di bioeconomia circolare, riconoscendo il valore delle sinergie tra grandi aziende e startup per accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie.
Fabio Apone – Responsabile Centro Ricerche per le biotecnologie industriali di Piana di Monte Verna di Novamont, racconta in dettaglio la scelta di questa collaborazione volta alla creazione di un ecosistema atto a favorire la contaminazione dei saperi, in cui i diversi attori possano essere allo stesso tempo fruitori e generatori di innovazione.
- Perché Novamont sceglie di essere partner di Terra Next?
Abbiamo deciso di aderire perché la bioeconomia circolare è alla base del nostro modello di sviluppo così come le collaborazioni con i diversi partners coinvolti per la realizzazione dei nostri processi e prodotti. Iniziative multisettoriali come Terra Next ci danno la possibilità di entrare in contatto con nuove realtà innovative che operano nei settori di nostro interesse. Inoltre, il focus di Terra Next è in Campania dove Novamont è presente con un Centro di Ricerca e Sviluppo dedicato alle biotecnologie industriali e partecipa in sperimentazioni in campo con le aridoculture, i cui prodotti possono trovare interessanti applicazioni per Novamont e costituiscono soluzioni innovative per l’economia circolare. Terra Next è sicuramente un’opportunità per collaborare con le realtà del territorio e scambiare conoscenze che siano di supporto ai processi di Novamont.
- Quali sono le aspettative di Novamont per questa seconda edizione del Programma.
In questa seconda edizione ci piacerebbe individuare soluzioni innovative da applicare ai nostri processi a partire anche da tecnologie sviluppate per settori diversi ma che si possono adattare anche a quelli su cui siamo ora focalizzati. Questa contaminazione consentirà di accrescere sia noi, che possiamo testare innovazioni finora non esaminate, che le start-up che possono invece ampliare l’applicazione della propria idea progettuale prendendo spunto dai nostri processi industriali e dalla nostra esperienza. Inoltre, ci piacerebbe individuare una o più start-up con cui poter collaborare attivamente su progetti di comune interesse e portare così ad una maggiore crescita da entrambe le parti.
- Tra le tre aree di interesse della call, c’è un tema che Novamont ha particolarmente a cuore? Perché?
Tra le aree di particolare interesse, vi sono sicuramente quelle basate sui “bio-materials”: ancora maggiore è l’interesse se questi materiali derivano da prodotti di scarto di filiere agro-industriali, ottenuti da idee di sviluppo circolare. Lo sviluppo di nuovi biomateriali che possono poi essere utilizzati nelle formulazioni delle bioplastiche rientra nel core business di Novamont. Il range di applicazioni delle bioplastiche è comunque molto ampio e va dal packaging, al food fino ad un altro settore di nostro interesse che è quello dell’agricoltura rigenerativa: settore in cui siamo attivi anche nella ricerca dei bioerbicidi, biostimolanti, compost e biolubrificanti. Siamo però potenzialmente aperti anche ad esplorare nuovi settori di applicazione ed utilizzare nuove tecnologie qualora si mostrino idonee e pronte ad essere applicate ai nostri processi, sempre in un’ottica di circolarità e recupero delle risorse disponibili.
- Avete attive iniziative di innovazione orientate alla sostenibilità e più in generale ai temi di Terra Next?
La scelta delle applicazioni su cui concentrare lo sviluppo dei nostri prodotti è un aspetto chiave del modello Novamont di bioeconomia. Il nostro obiettivo non è quello di inserire sul mercato prodotti semplicemente sostitutivi di quelli già esistenti, ma di contribuire a ridurre l’impatto ambientale su suolo, acqua e aria. Tra le attività di innovazione sempre più orientate alla sostenibilità, oggi vi è senz’altro lo sviluppo di applicazioni compostabili per il packaging, tra questi rientra, per esempio, la prima vaschetta compostabile per la pasta fresca che può essere conferita nell’organico. Siamo attivi anche in ambito agricolo con lo sviluppo di prodotti come i teli per la pacciamatura biodegradabili in suolo, formulati bioerbicidi a base di acido pelargonico e biolubrificanti concepiti per quelle applicazioni in cui la dispersione nell’ambiente è quasi certa. Ed infine, siamo coinvolti in progetti per lo sviluppo di prodotti sostenibili per migliorare la qualità delle colture agricole e di protocolli agronomici volti a rigenerare i suoli.
- Cosa avete appreso da altre esperienze di innovazione e contaminazione con le startup?
Per un’azienda consolidata è importante non rimanere ancorata alle proprie attività. Entrare in contatto con realtà innovative, come le start-up, consente di accelerare il processo innovativo e la generazione di nuove tecnologie funzionali alle nostre attività, dando vita a nuove sinergie industriali. Un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dove la nuova conoscenza diventa immediatamente patrimonio comune e utile all’accrescimento del settore della bioeconomia circolare.