Novamont, Tech Partner di Terra Next collabora a progetti di bioeconomia circolare, riconoscendo il valore delle sinergie tra grandi aziende e startup per accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie.
Giulia Gregori, Strategic Planning and Corporate Communication Manager di Novamont, racconta in dettaglio la scelta di questa collaborazione volta alla creazione di un ecosistema atto a favorire la contaminazione dei saperi, in cui i diversi attori possano essere allo stesso tempo fruitori e generatori di innovazione.
Perché Novamont ha deciso di aderire a Terra Next?
Abbiamo deciso di aderire all’iniziativa perché siamo convinti che, per un settore altamente multidisciplinare e multisettoriale come la bioeconomia circolare, la contaminazione di saperi e di conoscenze, nonché la creazione di alleanze e partnership, siano elementi essenziali. Inoltre, conosciamo il valore dei soggetti coinvolti, con molti dei quali abbiamo già avuto il piacere di collaborare, e Terra Next ha il suo cuore pulsante nella Regione Campania, dove Novamont è presente con un Centro di Ricerca e Sviluppo dedicato alle biotecnologie industriali e ha un’esperienza consolidata nell’avvio di progetti di filiera basati sulla sperimentazione di aridocolture in terreni marginali e di soluzioni innovative volte a rigenerare suoli agricoli.
Avete attive iniziative di innovazione orientate alla sostenibilità e più in generale ai temi di Terra Next
Da oltre trent’anni lavoriamo allo sviluppo di una filiera integrata delle bioplastiche e dei biochemical applicando un modello di bioeconomia circolare basato su tre pilastri: la rigenerazione di siti deindustrializzati dismessi, la costruzione di una filiera agricola integrata a basso impatto e lo sviluppo di prodotti che possono contribuire alla tutela degli ecosistemi e del capitale naturale. In particolare, le nostre bioplastiche compostabili che possono essere trasformate in una preziosa risorsa come il compost, possono essere anche riciclate chimicamente e meccanicamente, favorendo la valorizzazione del rifiuto per il recupero di materie prime e la riduzione del consumo di materie prime vergini. Tra le attività di innovazione sempre più orientate alla sostenibilità, oggi vi sono senz’altro lo sviluppo di applicazioni compostabili per il food packaging, lo sviluppo e la sperimentazione di bioprodotti per uso agricolo come i teli per la pacciamatura biodegradabili in suolo, formulati bioerbicidi a base di acido pelargonico e biolubrificanti e lo sviluppo di protocolli agronomici volti a rigenerare i suoli.
Novamont vanta una grande esperienza nella collaborazione con le startup. Cosa avete imparato in questi anni e quali risultati avete raggiunto?
Le start-up, che si caratterizzano per la loro ambizione di crescere rapidamente, per la vocazione internazionale, per l'innovazione permanente e per una propensione all’open innovation, sono un asset importante per sostenere lo sviluppo della bioeconomia e per l’evoluzione del settore verso una crescente circolarità e verso una maggiore efficienza delle risorse. Collaborare con le star-up è un‘opportunità per entrare in contatto con realtà innovative da cui trarre ispirazione e conoscenza. Per noi i progetti territoriali giocano un ruolo chiave, e siamo convinti che le imprese non debbano essere solo dei luoghi di produzione, ma giocare un ruolo di generatori e utenti di innovazione, in una logica di economia della conoscenza.
Tra le tre aree di interesse della call, c’è un tema che Novamont ha particolarmente a cuore?
Tra le aree di particolare interesse, vi sono sicuramente quelle dell’agricoltura rigenerativa, in riferimento a tutte e tre gli ambiti individuati (rifiuto organico e valorizzazione dei sottoprodotti, nutrienti del suolo e fertilizzanti organici, modelli di agricoltura urbana) e quella delle soluzioni biobased, con focus sul packaging alimentare. In quest’ultimo settore, Novamont, in collaborazione con gli attori della filiera, ha recentemente dato vita ad applicazioni multimateriale uniche nel loro genere, caratterizzate da elevate performance tecniche ed ambientali, che possono essere compostate ma anche riciclate nello stream della carta.
Qual è/quali sono i benefici principali di questo progetto per Novamont e il consumatore finale?
Auspichiamo di individuare soluzioni innovative da applicare ai nostri processi e di incontrare realtà con cui sviluppare soluzioni in grado di rendere sempre più sostenibile l’agricoltura, come ad esempio sistemi di monitoraggio per misurare i KPI ambientali e lo stato di salute del suolo. Il rafforzamento della bioeconomia in una chiave sempre più circolare e lo sviluppo delle filiere sostenibili del Made in Italy saranno i principali benefici per il consumatore finale, il quale avrà sempre più possibilità di scegliere prodotti a basso impatto ambientale e frutto di filiere rigenerative.